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Pro o contro un sistema o l'altro ormai sono state scritte migliaia di pagine.
Davvero esiste
un vincitore e un vinto ?

Premessa.

Il
senso dell'udito è il più complesso dei nostri sensi in quanto il suo funzionamento non risponde solo a riflessi condizionati ma è tipo psicoacustico. Ciò spiega perchè è molto difficile definire univocamente se un apparecchio suona più o meno bene.
A questo si aggiunga che giudicare la
"realtà virtuale sonora" prodotta da una catena audio per se stessa senza rapportarla al suono reale è esercizio oltremodo pretestuoso oltreché inutile al fine della comprensione del reale livello di qualità degli apparecchi o dei supporti che si stanno ascoltando.
Pertanto la SOLA modalità che ci può aiutare nel comprendere la qualità di un sistema di registrazione/riproduzione musicale è il raffronto tra il suono dal vivo di uno strumento acustico e lo stesso riprodotto da una catena audio.

Ciò premesso
analizziamo in sintesi le differenze tra i due sistemi tralasciando volutamente approfondimenti troppo tecnici.
  • Qualunque segnale musicale digitale ricostruito in analogico deve essere "ricampionato" anche dal nostro sistema orecchio/cervello per farcelo percepire il più possibile simile all'originale. Questa “elaborazione subliminale” genera la cosiddetta “fatica da ascolto” che è inversamente proporzionale alla qualità della catena di registrazione/riproduzione impiegata e direttamente proporzionale alla quantità di lavoro che il sistema orecchio/cervello deve compiere. Tale lavoro é maggiore nel formato CD ( 16bit / 44,1 Khz) e minore in alta risoluzione nativa (24 bit / 96Khz) perché in questo caso il più alto numero di bit usati e la maggiore frequenza di campionamento avvicinano con maggiore approssimazione il segnale campionato a quello originale.
  • Per meglio chiarire il concetto, facciamo un paragone con la tecnologia delle immagini dove è il nostro sistema occhio/cervello che lavora per ricostruire le immagini reali da quelle virtuali. I vecchi film a passo ridotto, affetti da un visibile sfarfallio, sono molto più faticosi da guardare e con immagini meno naturali rispetto ai moderni film in 35 mm. Lo stesso esempio si può applicare in campo video con i segnali progressivi che generano immagini più fluide e meno affette da disturbi (e quindi più naturali e riposanti) di quelli interallacciati.
  • Al contrario i sistemi analogici raramente sono afflitti dalla "fatica da ascolto" che può manifestarsi solo usando impianti di scarsissima qualità.
  • Il sistema digitale a fronte di una maggiore dinamica TEORICA non ha più dinamica REALE dell'analogico. A 16bit si perdono mediamente gli ultimi 8/10 LSB (Last Significative Bit), il che porta ad avere una dinamica effettiva di meno di 40db (inferiore a quella di un vinile, tanto per capirci). A 24 bit le cose vanno molto meglio: 14 bit reali permettono una dinamica di circa 80 db che comunque è uguale a quella che potete ottenere con un buon master recorder.
  • Una registrazione analogica, a parità di dinamica con una digitale, permette una maggiore "headroom" ed ha caratteristiche di saturazione/distorsione progressiva ed in armoniche pari. In digitale, al contrario, il clipping e conseguente distorsione sono drastici in quanto non c'è modo di sovramodulare oltre lo zero db essendo la parola in bit finita: oltre l'ultimo bit utile infatti c'è totale assenza di segnale.
  • Nel caso di incisioni, mastering od impianti di riproduzione di scarsa qualità, il digitale porta ad una sensazione di non naturalezza di alcuni suoni (che, per quanto mi riguarda, percepisco come una mancanza di armoniche e di aria intorno agli strumenti) e, nei casi peggiori, a palesi errori di timbrica degli strumenti a fiato e a corda. In alta risoluzione ciò è meno avvertibile ma spesso il suono presenta uno schiacciamento dei piani sonori, perdita di microdettagli ed una certa sensazione di compressione dinamica. D'altronde anche una registrazione analogica se eseguita seguendo i nefasti dettami della "loudness war" praticata oggi nelle incisioni e mastering dalle Major discografiche suonerà affatto bene e naturale.
  • Il sistema analogico a fronte di un suono di alta qualità, fluido, naturale e privo di fatica di ascolto, presenta limitazioni d'uso secondo gli attuali stili di vita (. . . che poi gli stili di vita di oggi siano giusti o no è un altro discorso . . .): il supporto analogico è più scomodo da usare, pesante da gestire e sopratutto meno produttivo rispetto a quello digitale, aspetto non di poco conto nel mondo musicale odierno dove si chiede di produrre sempre di più ed in minor tempo (ma ovviamente con scarsissimi risultati qualitativi dal punto di vista artistico)
  • Uno dei maggiori vantaggi del digitale è che ha permesso a chiunque lo desiderasse di potere fare la propria musica, diffonderla in modo poco costoso ed agli altri di ascoltarla. Di fatto dobbiamo ringraziare i lettori MP3 e le cuffiette (entrambi di PESSIMA qualità e responsabili dell'aumento vertiginoso di sordità diffusa tra i giovanissimi) se la musica si è diffusa nuovamente tra la gente dopo un decennio nel quale sembrava ormai defunta. Dopo la quantità ora è però tempo che si ritorni a musica e metodi di registrazione ed ascolto di qualità.
  • Non dimentichiamo infine che in giro vi sono eccellenti macchine digitali e pessime macchine analogiche, e viceversa, il che può ingenerare non poca confusione ad un primo ascolto.

In conclusione: ha poco senso proclamare un vinto e un vincitore tra due sistemi che hanno princìpi di funzionamento e possibilità d'uso diversi. Inoltre c'è chi preferisce il suono analogico e chi quello digitale. Di certo possiamo dire che a tutt'oggi entrambi se la giocano ad armi pari, ognuno con le proprie caratteristiche, ed il nuovo non ha ancora superato il vecchio.

Personalmente sono un sostenitore della convivenza ( pacifica
:-) ) tra i due sistemi che oggi, ma sarà così ancora per molto in futuro, si integrano l'un l'altro. Perciò godetevi la musica con un MP3 se fate jogging o siete in giro, con un CD in sottofondo mentre lavorate, con un formato HD se riuscite (DOVETE !) a prendervi una pausa o con un nastro od un vinile con tutta la naturalezza e musicalità del suono analogico che trasmette subito a livello subliminale le sensazioni emotive evocate dalla musica.

Ah, . . . non dimenticate MAI che nella foto di apertura voi siete quello a sinistra . . . almeno per il momento :-)


    
NASTRO MAGNETICO VS DISCO IN VINILE     

Accantonata la guerra analogico VS digitale, scateniamone un'altra! :-))

Premessa: TUTTA la musica incisa dagli anni '30 agli anni '90 in TUTTO il mondo è stata incisa in modo analogico su nastri magnetici usando macchine da studio soprattutto Studer, Telefunken, Ampex, Otari, Tascam e Sony. Perciò qualunque disco stampato in quegli anni nasce da matrici analogiche su nastro (e già qui qualche pensiero dovrebbe venirvi . . . ). Il sopravvento delle registrazioni, mastering e supporti digitali avviene dalla metà degli anni '90 in poi.
  • Stabilito che vogliamo ascoltare una bella incisione analogica, la prima cosa che viene in mente è il disco in vinile (soprattutto qui in Italia ed Europa dove, al contrario degli USA, i nastri magnetici preincisi erano meno diffusi).
  • Bene, ma come viene prodotto un disco in vinile a 33 giri?
    Semplificando al massimo: partendo dal master originale su nastro: 1) si attenuano le alte e basse frequenze filtrandole per poterle contenere entro i limiti fisici del solco nel disco; 2) si equalizza secondo la curva RIAA; 3) il segnale così ottenuto si invia ad un tornio meccanico che incide una matrice; 4) dalla matrice si ottiene uno stampo; 5) lo stampo viene usato in una pressa per stampare il disco in vinile. In totale 5 differenti passaggi (per lo più meccanici) a partire dal master originale.
    In fase di ascolto occorre poi applicare nuovamente l'equalizzazione RIAA per ottenere il segnale originale (e al riguardo sono nati centinaia di pre-fono diversi sui quali sono state scritte migliaia di pagine nei giornali di settore).
  • Come viene prodotto una nastro magnetico pre inciso? Si parte dal master originale su nastro e: 1) si collegano in parallelo “n” registratori che copiano il master originale su altri nastri ( letto e copiato a velocità reale o ad alta velocità) senza alcun tipo di filtraggio elettrico o lavorazione meccanica (il nastro magnetico non ha i limiti fisici del solco nel vinile). In totale 1 solo passaggio. Per ascoltare il nastro è sufficiente un registratore di qualità con le testine correttamente allineate secondo gli standard internazionali.
Meditate gente, meditate . . .
Infine due parole sulla durata dei supporti (vedi anche la pagina nastri). Un nastro, se ben conservato, con stato d'uso medio e 50 anni di vita suona ancora esattamente come appena uscito di fabbrica. Non sempre si può dire altrettanto del disco in vinile che, a fronte di una (relativa) minore sensibilità alle condizioni ambientali per la conservazione nel lungo periodo, presenta una maggiore sensibilità alle condizioni d'uso (usura dei solchi, polvere, segni, etc) che incidono fortemente sulla qualità di riproduzione e di ascolto logorando i solchi a distanza di tempo anche non remoto. Pensate che la puntina che legge il solco induce sullo stesso una pressione equivalente ad 1 tonnellata per cmq (!) che scalda e consuma il vinile ad ogni ascolto.

               

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