LA STORIA
Già
dal XVI secolo
molti sono stati i tentativi di costruire una macchina
che potesse “ricordare” la voce o la musica.
Dobbiamo attendere sino al 1877 quando T.A. Edison inventa la prima macchina realmente funzionante che registra i suoni su di un cilindro di cera. Da questa idea si arriverà, per passi successivi, al disco in vinile come lo conosciamo oggi. Nel 1898 nasce la vera e propria registrazione magnetica ad opera di un tecnico inventore danese, Valdemar Poulsen. Lavorando ad alcuni accessori per il telegrafo Poulsen inventa il “Telegraphone” macchina che registra magnetizzando un sottile filo metallico, avvolto su bobine, che scorre davanti ad un elettromagnete.
L'invenzione vince il primo premio all'Expo di Parigi del 1900 e viene brevettata in America dove vengono prodotte le macchine ad uso dittafoni e registratori telefonici. Purtroppo, come spesso accade alle invenzioni troppo innovative, il pubblico non accoglie molto bene questa novità e verso gli anni '20 la fabbrica fallisce e Poulsen abbandona il progetto. Negli anni '30 sono i Tedeschi a riscoprire l'invenzione di Poulsen e la sviluppano per fini bellici. Hitler crede molto nelle potenzialità di questa macchina che infatti, pochi anni dopo, gli permetterà di divulgare i propri comizi contemporaneamente in luoghi diversi evitando così di essere localizzato con precisione dalle forze nemiche. Il maggiore contributo che i tecnici dell'importante fabbrica elettrica tedesca AEG-TELEFUNKEN (vi ricorda qualcosa questo nome?) danno all'invenzione del magnetofono è la sostituzione del filo di ferro con un sottile nastro di cellulosa sul quale sono depositate le particelle di ossido di ferro magnetizzabili. Nel 1934 la BASF (colosso mondiale della chimica il cui brand per i supporti magnetici consumer divenne EMTEC, poi ceduto al gruppo MPO ed attualmente ripreso da RMGi che ne ha acquistato brevetti e macchinari) dietro pressioni della AEG produce il primo nastro su supporto plastico. I grandi vantaggi di questo nastro sono la leggerezza, la sicurezza (il filo di ferro era molto pesante e tagliente come un rasoio), la robustezza (il nastro di cellulosa si spezzava molto facilmente) e soprattutto la capacità di essere cancellato e riscritto più volte.
Nel 1936 AEG-TELEFUNKEN perfeziona definitivamente il “Magnetophon” con il quale avviene alla Basf Concert Hall la prima storica registrazione mono della London Philarmonic Orchestra diretta da Sir Thomas Beecham.
Successivamente nel 1940/41 i tecnici AEG Weber e Von Braunmuhl sviluppano la tecnica del BIAS (la premagnetizzazione del nastro) che permette al Magnetophon di divenire il primo registratore “HiFi” della storia, non molto diverso dai registratori a bobine che verranno in seguito usati negli studi di mezza Europa alcuni in uso ancora oggi. Le caratteristiche dell' AEG R22 così modificato erano: risposta in frequenza da 50 a 10.000 Hz con dinamica di 60 db (!) e distorsione solo dell' 1,5% ! Finalmente nel 1943 avviene, presso le bellissime sale da concerto della Berliner Rundfunkhaus (la Stazione Radio di Berlino), la prima registrazione stereofonica di alta qualità della storia ad opera dell'ingegnere del suono Tedesco Helmut Kruger. Dalle poche copie rimaste di questi nastri sono stati trasferiti, senza alcuna elaborazione, alcuni brani in un CD pubblicato dalla AES per la commemorazione dei 50 anni della registrazione magnetica. Chi fosse interessato può richiederlo alla AES ed ascoltare queste rare registrazioni dalla qualità tuttora notevole. Nel 1945 alla fine della Seconda Guerra Mondiale i tecnici Americani e Inglesi ignorano l'esistenza dei registratori a nastro magnetico. Ne trovano alcuni abbandonati dai Tedeschi nelle città occupate ed iniziano a studiarli trasferendo in America anche i brevetti. Il registratore magnetico viene così “riscoperto” nuovamente.
Nel 1946 Alexander M. Poniatoff assieme a Jack Mullin, il tenente tecnico incaricato di studiare i Magnetophon, fondano la AMPEX che produce i primi registratori all'inizio solo per uso governativo. Molto presto si capisce la loro importanza anche per l'industria musicale e cinematografica. Parallelamente la 3M inizia a produrre i nastri magnetici su supporto plastico. Nel 1947 con lo SCOTCH 100 della 3M l'industria americana di produzione dei nastri spicca il volo. Il 25 aprile 1948 con un AMPEX MODEL 200 Jack Mullin effettua la prima registrazione commerciale del “Bing Crosby Show” che verrà trasmesso in differita per radio. Bing Crosby contribuirà molto allo sviluppo della Ampex divenendo il maggiore azionista della compagnia investendo la stratosferica cifra, per allora, di $ 50.000! Il gioco ormai è fatto. E' nata l'era della moderna registrazione magnetica. Le macchine sono però molto pesanti ed ingombranti, è problematico usarle per registrare dal vivo, devono essere trasportate con camion e richiedono alimentazioni da rete molto potenti. Nel 1949 dopo diversi studi lo svizzero Willi Studer produce il primo registratore compatto che però necessita ancora dell'alimentazione fissa. Nel 1951 la Studer si divide in due: la STUDER che produce macchine professionali da studio e la REVOX che produce registratori per uso amatoriale e semi professionale. La registrazione su nastro magnetico diviene così alla portata del grande pubblico. Poco più tardi macchine come il Revox A77 e il B77 verranno prodotte in centinaia di migliaia di esemplari venduti in tutto il mondo.
Nel 1951 un altro
svizzero, lo studente Stefan
Kuldesky costruisce in casa nel
tempo libero il primo prototipo del NAGRA I
registratore portatile
professionale a bobine piccolo e leggero che, prodotto in
più
di un milione di pezzi,
da allora
sino ad oggi (ancora in produzione su richiesta) è un
riferimento
assoluto in campo televisivo, cinematografico e giornalistico, usato
nelle situazioni più disparate, dalla conquista dell'Everest
alle spedizioni spaziali.
Nel 1955
la
AMPEX
produce il primo
registratore multitraccia basato sulla invenzione e
successivi miglioramenti del sistema di registrazione multitraccia
messo a punto da Les Paul
(sì, proprio lui il produttore della famosa chitarra Gibson
Les Paul).
Nel 1955 vengono commercializzati al grande pubblico i primi nastri STEREO preregistrati ed inizia la “golden age” delle registrazioni musicali (in molti casi ad un livello di musicalità tutt'oggi impareggiabile). Nel 1964 la Philips Royal Company introduce sul mercato il primo registratore a "compact cassette" (il famoso "K7"), un registratore economico e portatile di bassa qualità che diventerà in seguito il più diffuso sistema di registrazione magnetica consumer. Nel 1967 agli Abbey Road Studios usando due macchine Studer J37 The Beatles incidono il famoso album “Stg. Pepper”.
L'importanza
dei registratori per l'industria discografica è enorme
perché
permettono di effettuare registrazioni multitraccia anche in
differita (il famosissimo “Tubolar
bells” del 1973 di Mike
Oldfield è un
esempio quasi didattico registrato su un
AMPEX a 16 tracce)
ed il montaggio del nastro (che avviene
tagliando
fisicamente il nastro ed incollando i vari spezzoni con specifico
nastro adesivo) con tutte le infinite
possibilità che
ne derivano per i musicisti e gli ingegneri del suono.
Alzate il volume del vostro PC e godetevi questo (pazzesco) video che, meglio di qualunque parola, spiega cosa si può fare con il montaggio del nastro. Qui un altro esempio di un montaggio molto, molto ma davvero MOLTO famoso (curiosi, eh? cliccate sulla foto e scaricate il video). A partire dalla fine degli anni '80 le macchine analogiche vengono sempre più velocemente sostituite da recorder digitali su nastro ed ora su hard disk (che non è altro che un mini registratore magnetico, ci avete mai pensato???). Alcune fabbriche gloriose come la AMPEX e la TELEFUNKEN chiudono mentre altre come Revox, Studer e Nagra affrontano profondi processi di trasformazione e riconversione. Fortunatamente nel mondo ci sono ancora molti registratori analogici a bobine dal fascino e musicalità intramontabili e innumerevoli nastri con incisioni di qualità superiore da ascoltare. Ancora oggi alcuni (perspicaci) studi di registrazione e (buoni) musicisti attenti alla qualità e naturalezza del suono producono i loro master su registratori analogici a bobine. I registratori sono vivi e vegeti !
Revox
D36
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