N A S T R I M A G N E T I C I bobine CINE NAB e DIN - tipi di nastro - bias - compatibilità - uso e cura - nastri "sticky" - durata - restauro - transfer - qualità del suono BOBINE CINE NAB e DIN Le
bobine di nastro magnetico sono avvolte o su flange di plastica o
di alluminio i cui diametri più comuni variano dagli 8 ai
26,5 cm per differenti
durate di registrazione. La tabella che segue riporta le
durate per un solo lato dei nastri standard e long play (detti anche
extended play) riferite alle
diverse velocità di
utilizzo. E' utile anche per convertire le misure di diametro,
lunghezza e velocità da sistema metrico decimale ad
anglosassone
e vice versa.
Nastri
a
doppia e tripla durata, costruiti con supporto plastico di spessore
ridotto a 25 sino a 16µm,
erano disponibili per permettere una maggiore
durata a parità di velocità e diametro
della bobina. Più delicati e facilmente deformabili dei
nastri
standard non erano mai usati in campo professionale.
Vi
sono tre differenti tipi
di supporti e sistemi di fissaggio delle bobine:
E'
interessante sapere che gli ingegneri del suono Tedeschi usavano
avvolgere il nastro con il lato magnetizzato al contrario,
cioè rivolto verso l'esterno della bobina e non
verso
l'interno, per limitare l'effetto
copia
in quanto archiviavano i nastri con l'inizio della registrazione pronta
per l'ascolto. Negli altri paesi invece si usa archiviare i
nastri
(con lato magnetizzato all'interno) a fine ascolto senza riavvolgerli
per ottenere lo stesso risultato.
Per questo motivo che la serie dei Magnetophon Telefunken erano disponibili in due differenti versioni una per il mercato internazionale ("A wind") ed una per quello interno Tedesco ("B wind") con il blocco testine girato rispettivamente verso il basso e verso l'alto. Nei
registratori professionali da studio sono usati pancake larghi sino a
30 cm per alte velocità (sino a 76 cms) o per maggiori tempi
di
registrazione (vedi foto sotto).
EVITARE DI:
Ogni tipo di nastro va rivolto con il lato magnetizzato verso le testine del registratore. Riconoscere il tipo di nastro utilizzato è molto importante soprattutto in fase di restauro in quanto i due tipi di nastro hanno caratteristiche chimico fisiche differenti e vanno pertanto trattati diversamente per evitare danni irriparabili.
Negli
anni vennero sperimentati differenti tipi di ossidi metallici al fine
di migliorare la qualità del nastro riducendo il rapporto
segnale rumore, la distorsione, l'effetto copia, migliorando la
dinamica e la
capacità di saturazione. Ogni nastro è
leggermente
diverso dall'altro ed ogni fabbricante consiglia i livelli di taratura
del BIAS
adatti al proprio nastro.
In parole semplici il Il BIAS, nel campo della registrazione magnetica, è un segnale ad alta frequenza (generalmente dai 100.000 ai 150.000 Hz ma in alcune macchine anche oltre i 400.000 Hz) che viene registrato sul nastro assieme al segnale musicale. Questa tecnica, scoperta casualmente per i registratori negli anni '40, permette di ottenere registrazioni di altissima qualità migliorando incredibilmente la distorsione e la linearità della risposta alle alte frequenze. La frequenza di BIAS è sempre la medesima ma il suo livello deve essere regolato a seconda del diverso tipo di nastro usato (vedi tabella sotto) per ottenere il migliore MOL (livello massimo di uscita) con la minore THD (distorsione armonica). E' per questo motivo che il Bias del registratore deve sempre essere tarato secondo le caratteristiche del nastro usato per avere i migliori risultati in registrazione. La tabella che segue indica i livelli di BIAS raccomandati in relazione alle specifiche delle testine rec e play Studer. Deve perciò essere usata come indicazione di massima e non come un riferimento assoluto per tutti i registratori. Tabella
di compatibilità, sia per livello di registrazione che di
bias,
tra alcuni tipi di nastro più diffusi.
Fatta
eccezione per Rmgi e ZONAL che producono tuttora, molti dei nastri
sopra indicati non sono più in produzione da anni ma si
possono,
in alcuni casi, trovare ancora sul mercato dell'usato anche NOS. In
questo caso fate molta attenzione perché vi sono in
giro molti stock di nastri danneggiati e nastri non
adatti
all'uso audio (ad esempio uso
informatico) che disinformati acquirenti spesso si
avventurano ad acquistare con esiti negativi.
DA NON ACQUISTARE ASSOLUTAMENTE nastri per uso informatico (sia nuovi che usati) come gli Ampex/Quantegy 467 o per strumentazione 797 799 o gli Scotch/3M 8207. Questi nastri NON FUNZIONANO per uso audio. Attenzione anche ai nastri a rischio sindrome "sticky" Ampex 456 457 406 407 prodotti dal '75 al '85 circa e 3M/Scotch 226 227. Altri nastri che non presentano particolari problemi ma sono comunque di scarsa qualità: Sony SLH e AGFA PEM469 che non ha nulla a che vedere con l'ottimo AGFA PEM468 anche se qualcuno vi dice che sono uguali (NON E' VERO). Vedi pagina ACCESSORI NASTRI NUOVI per rivenditori di nastri. Infine: un'ulteriore differenza in campo professionale è data dai nastri ad alto o basso reprinting. Alto reprinting: costosi, alta qualità, basso consumo delle testine ma leggero effetto eco nelle pause non incise. Basso reprinting: economici, bassa qualità, alto consumo delle testine ma effetto eco praticamente assente.
Il
nastro magnetico è un supporto relativamente robusto tanto
da
potere essere inciso e cancellato molte volte e tagliato ed incollato
con specifico nastro adesivo
nelle operazioni di montaggio. Richiede tuttavia alcuni semplici
accorgimenti d'uso.
Il
maggiore problema è la conservazione per lungo
tempo che dovrebbe avvenire a tra i 5 e i 35°C (mediamente
a circa 20°C) e sopratutto con umidità relativa tra
il 40 e 60% come raccomandato dai produttori. Può essere
difficile ottenere entrambe le
condizioni in ambienti
non climaticamente controllati (come una cantina o una soffitta dove
forse potete trovare qualche nastro di papà :-) )
Al
contrario un nastro ben conservato, usato mediamente e con 50
anni di vita suona esattamente come nuovo di zecca!
"Alla fine di una lunga giornata di lavoro in studio quando guardo una bobina mi dico: qui dentro c'è il mio disco. Quando guardo un hard disk mi dico: FORSE qua dentro c'è il mio disco" (Alan Parsons) Il nastro magnetico è a tutt'oggi il supporto più sicuro e longevo che sia mai stato inventato, tant'è che viene usato ancora oggi nelle scatole neri degli aerei perché unico supporto capace di resistere ad un crash aereo. Il vero problema circa la vita di qualunque supporto musicale, nastro incluso, non è tanto la durata del supporto in se ma la durata e la reperibilità dell'hardware che serve per leggerlo la cui obsolescenza ultimamente è molto più veloce della durata del supporto stesso. Ma un registratore a bobine può sempre essere riparato o ricostruito con componenti standard e ciò non renderà mai obsoleto il supporto. Pensate a quanti tipi di formati e supporti digitali si sono succeduti in questi ultimi anni che hanno costretto gli operatori a riversare i dati sempre nell'ultimo formato disponibile per poterli conservare leggibili, vista la pressoché totale scomparsa ed incompatibilità degli hardware precedenti con i nuovi formati inventati solo pochi anni (non decenni...) dopo. Ricordate cosa è successo negli anni '90 ai giradischi con l'avvento del CD? Nessuna azienda li fabbricava più anche se in giro per il mondo vi erano milioni di dischi ancora perfettamente conservati da ascoltare. La stessa cosa è accaduta con i registratori a bobine cessati di produzione con l'avvento della registrazione su supporti digitali anche se nel mondo vi sono miliardi di ore di registrazione su nastro audio e video di qualunque evento umano occorso nell'intero secolo scorso. I dischi in vinile sono stati riscoperti ed oggi le aziende di produzione di questo settore conoscono un nuovo boom producendo molti tipi di giradischi diversi e stampando dischi in vinile. Tanti registratori a bobine sono stati rottamati negli anni '90 ma tanti ce ne sono ancora in giro, gelosamente conservati dai proprietari o restaurati da alcuni tecnici ed appassionati di audio analogico come il sottoscritto. Diverranno sempre più preziosi in futuro.
Quando
ci si imbatte in un nastro danneggiato non sempre tutto è
perduto.
Esistono alcuni metodi di restauro e recupero che permettono di ascoltare il nastro danneggiato almeno una volta per riversarlo su altro nastro o supporto digitale. Per i nastri "appiccicosi" ("sticky tape") il metodo più noto, frutto di un brevetto Ampex del 1989 (fecero il danno e trovarono anche il rimedio :-) ), è la cosiddetta “cottura” del nastro. La procedura apparentemente semplice in pratica va affinata di volta in volta in base alle condizioni ed il tipo di nastro pena il danneggiamento definitivo dello stesso. ATTENZIONE: NON USARE QUESTO PROCEDIMENTO CON I NASTRI IN ACETATO (che per altro difficilmente presentano il problema sticky) PENA LA DISTRUZIONE DELLO STESSO. Attenzione anche ad usare il forno della nonna o il phon in un contenitore perché:
Nel sito Audio tape restoration di Richard Hess troverete altre notizie interessanti riguardo il recupero di nastri danneggiati. TRANSFER DEL NASTRO IN ALTRI FORMATI Ovviamente
il contenuto di un nastro può essere trasferito nei nuovi formati
digitali o sul altro nastro analogico.
Se avete necessità di copia o transfer su altri formati di vecchi nastri contattatemi. GARANTISCO MASSIMA PRIVACY E RISPETTO DEI DIRITTI D'AUTORE. Sono attrezzato per recuperare nastri danneggiati, leggere qualunque tipo di nastro (anche Stereo 8 !) inciso anche con riduttori di rumore Dolby A, B, C, SR, DBX, TELCOM C4, effettuare riversamento analogico tramite registratori professionali da studio o digitale tramite convertitori professionali A/D Benchmark a 24 bit e sino a 192Khz di campionamento. QUALITÀ' DEL SUONO Tutti
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